Educazione. 1 Le Parti intraprendono, se del caso, le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi. Le Parti intraprendono le azioni necessarie per promuovere i principi enunciati al precedente paragrafo 1 nelle strutture di istruzione non formale, nonché nei centri sportivi, culturali e di svago e nei mass media • Valorizzazione ed armonizzazione delle differenze: età, orientamento sessuale ed identità di genere, religione, razza ed etnia, disabilità • Identità, stereotipi e adeguamento del linguaggio • Elementi normativi e Istituzioni di parità. Queste stesse tematiche e/o ulteriori elementi di approfondimento dovranno essere integrati, proprio nell’ottica della trasversalità, in altre unità formative del percorso, dandone evidenza nella descrizione e nella declinazione degli argomenti dell’unità formativa in oggetto, anche in ragione del monte ore complessivo del percorso e dei destinatari. Qualora il numero di ore complessive del percorso formativo lo consenta, ovvero per percorsi dalle 150 ore in su, è data facoltà al progettista di prevedere momenti dedicati alla trattazione del tema della parità fra uomini e donne e non discriminazione, attraverso la valorizzazione oraria dell’unità formativa sopra indicata. In alternativa, se previsto da atti/avvisi dell’amministrazione, è possibile descrivere in modo trasversale a più percorsi come si intende sensibilizzare gli allievi in merito alle tematiche della parità e non discriminazione e trasferire loro le relative competenze. In questo caso è sufficiente descrivere tali elementi nelle sezioni dei formulari definiti negli atti e negli avvisi e non è necessario l’obiettivo “Parità fra uomini e donne e non discriminazione” a livello di progettazione del percorso formativo.
Educazione. 1. Gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere come finalità:
Educazione. 1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione, e in particolare, al fine di garantire l'esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all'uguaglianza delle possibilità:
Educazione. 1.2.1 Promuovere il processo educativo
Educazione. 5. impegno civile, tutela e promozione dei diritti umani
Educazione. E - Impegno civile, tutela e promozione dei diritti umani e della pace F - Attività socio-sanitarie
Educazione. Gli Stati parti riconoscono l'importanza della funzione esercitata dai mass media e vigilano affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. A tal fine, gli Stati parti:
Educazione. L’area tematica prioritaria “Educazione” è finalizzata alla promozione e alla tutela del diritto all’educazione. Si propone di favorire lo sviluppo globale del minore e il suo inserimento attivo nel proprio contesto socio-culturale, o di preparazione all’adozione internazionale, attraverso proposte di attività di apprendimento in contesto scolastico e/o extra- scolastico. A titolo meramente esemplificativo, vengono indicate le seguenti attività: • Rafforzare i sistemi educativi inclusivi dei Paesi partner; • Migliorare la qualità dell’offerta formativa, dell’insegnamento e la qualità dell’apprendimento; • Favorire la transizione nel passaggio alla scuola primaria o secondaria (sia generale che professionale) con particolare riferimento a bambine e ragazze, ai minori con disabilità e a rischio; • Sostenere iniziative educative per l’inserimento professionale e la formazione terziaria (in ambito formale e informale) necessarie per assicurare ai minori una transizione positiva alla vita adulta; • Favorire l’accesso all’istruzione per i bambini più emarginati e vulnerabili, in particolare quelli che vivono nei contesti affetti da crisi o emergenza; • Favorire lo sviluppo di ambienti educativi a misura di minore adatti a sostenere i processi di apprendimento (in termini di capacità di leggere, scrivere e fare di conto) e promuovere il benessere e lo sviluppo psicosociale ed emozionale dei minori; • Promuovere l’educazione alla cittadinanza globale, ossia sviluppare e rafforzare conoscenze, capacità, valori e atteggiamenti di ogni cittadino del mondo al fine di creare società sostenibile, eque e inclusive. Il Progetto può includere l’acquisto di materiali didattici ed attività extracurriculari ed extrascolastiche in modo da considerare anche l’ambiente naturale come agenzia educativa (agenzia qui intesa come luogo educativo).
Educazione. L’educazione alla prevenzione non comincia con l’ingresso nel mondo del lavoro, è necessario integrarla nei programmi scolastici, sia sotto forma disensibilizzazione, siacome una materia integrante nei percorsi di studio professionali. E’ comunque la formazione professionale continua a rivestire la massima importanza in tale settore. Per essere efficace essa dovrà essere condotta con regolarità e adattata alla realtà del lavoro quotidiano, perché possa avere conseguenze dirette sull’ambiente di lavoro; ciò comporta una definizione degli obiettivi in funzione delle specificità e delle sensibilità nazionali, regionali, locali e settoriali.
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