STATO DI FATTO. La struttura è in muratura portante con conci di tufo delle dimensioni circa di mt.20.00 x mt.7.20 avente copertura in legno (non più esistente) e tegole in coppi tipo marsigliese, già sorretta da n. 3 capriate in legno. Essa è costituita da un vano centrale dove lateralmente sono disposte in serie delle vasche di modeste dimensioni (usate per lavare panni domestici) in pietra di “Billemi” e intercalate da lastre di pietra in ardesia disposte ortogonalmente ad una distanza di quasi mt.1.00 alla pietra di billemi scaturendo il vano delle piccole vasche idriche, tutte servite da un rudimentale impianto idrico esterno, costituito da tubo in ferro dello spessore di cm.8/10. All’estremità in prossimità dell’ingresso, il sistema delle piccole vasche viene ultimato da due vasche di dimensioni maggiori di uguale tipologia costruttiva e di forma quadrata.(vedi disegni allegati) In fondo al vano centrale è stata ricavata una vasca di riserva idrica delle dimensioni di mt.3.30 x 6.00mt. alta mt.4.00 a servizio della struttura, utilizzata nei periodi in cui non vi era disponibilità di acqua corrente. L’edificio è sprovvisto di impianto elettrico (in quanto utilizzato solo nelle ore diurne), di infissi esterni (sono presenti soltanto alcune protezioni in ferro), e di portone esterno al cui posto è stato realizzato un muro in conci di tufo per impedire l’accesso all’immobile in quanto più volte vandalizzato. La copertura non più presente era realizzata da elementi portanti in legno “capriate in legno, costituita composta da arcarecci e tavolato su cui erano disposte le tegole di tipo marsigliese. La struttura portante è in muratura, in pietra tufacea, spessa cm.60, e da pietra calcarea nella parte fondale che fuoriesce dalla linea di terra per almeno cm.70 da un primo esame visivo, si può ritenere in ottimo stato di conservazione, mentre si presuppone di intervenire con interventi di piccola entità per il consolidamento degli angoli dell’edificio e in prossimità delle linee di gronda, degradate dalle intemperie stagionali. Le piccole vasche, (dove venivano lavati i panni) che si sviluppano all’interno dell’edificio addossate al perimetro dei muri longitudinali, realizzate in pietra di Billemi dovranno essere ripresi e puliti , mentre le lastre di marmo che ne scansionano la trama divisoria per la maggiorparte non sono più presenti. La pavimentazione dell’edificio è stata realizzata in battuto cementizio e denota la provvisorietà con cui è stata realizzata. Gli intonaci ...
STATO DI FATTO. Il PIAE della Provincia di Modena individuò, nella sua prima stesura, un Polo Estrattivo n. 8 sovracomunale denominato "Traversa Selettiva Xxxxxx" interessante i Comuni di Spilamberto (Unità Estrattiva Comunale n. 1) e San Xxxxxxx (Unità Estrattiva Comunale n. 2). Il PAE, in recepimento del PIAE provinciale, venne approvato dal Comune di Spilamberto con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 24 del 27 aprile 1999. Detta previsione estrattiva è stata confermata anche dalla Variante Generale PIAE con valenza di PAE, approvata con Delibera di Consiglio Provinciale n. 44 del 27 marzo 2009. Per l’attuazione dei Poli Estrattivi previsti dal PAE, l’art. 8 della L.R. 17/91 prescriveva si intervenisse mediante preventiva adozione di Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica o di Iniziativa Privata, la cui determinazione dei contenuti, nonché per la definizione delle modalità e procedure di formazione ed approvazione dei Piani Particolareggiati stessi a fini estrattivi, concernenti l’attuazione dei Poli, rimandava alle disposizioni di cui agli artt. 21, 22 e 25 della L.R. 47/78 e successive modifiche e integrazioni. Il Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica è stato approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale di Spilamberto n. 11 del 16 febbraio 2000. Ai sensi dell’art. 22 della L.R. 47/78 per le obbligazioni da assumersi da parte dei proprietari di aree interessate a vario titolo, venne siglata apposita Convenzione urbanistica il 24 gennaio 2001. Successivamente le ditte attuatrici del P.P. hanno avanzato richieste di variante al Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica, in particolare le società "Frantoio Vezzali S.r.l." e "Frantoio Fondovalle S.r.l." in data 20 febbraio 2007 Prot. n. 1891 e la società "Era 2000 S.r.l." in data 20 febbraio 2007 Prot. n. 1890, al fine di modificare le aree di cessione al termine delle attività estrattive, di posticipare la cessione delle aree utilizzate per la decantazione delle acque di lavaggio del frantoio, di ampliare la "laguna" per lo stoccaggio delle acque di lavaggio al termine del riempimento della stessa, di ri-perimetrare alcune delle aree oggetto di attività estrattiva nonché di rivedere alcune disposizioni normative relative all’area per impianti. Con atto n. 150 del 14 dicembre 2009 la Giunta Comunale di Spilamberto ha deliberato di valutare meritevoli di maggiori approfondimenti tecnici le richieste di Variante al Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica del PAE Comunale Polo 8, pervenut...
STATO DI FATTO. La centrale è composta da numero due compressori Ingersoll Rand da 55 kW, funzionanti uno in back-up all’altro, a valle dei compressori è installato il primo filtro disoleatore, successivamente vi è l’essiccatore e a seguire il secondo filtro disoleatore, a valle dello stesso è installato un serbatoio polmone da 2000 litri attraverso il quale ci si interconnette alla rete generale d’aria compressa. L’impianto è dotato inoltre di un sistema di trattamento condense che raccoglie gli scarichi automatici di ogni componente, le acque di scarico una volta trattate vengono espulse mediante pompa dedicata. In aggiunta a quanto descritto vi è un secondo serbatoio installato in un altro locale denominato CT2, interconnesso sempre alla stessa rete. I due compressori sono connessi alla rete elettrica mediante linee dedicate attestate al quadro elettrico della sala compressori, così come l’essiccatore e l’impianto di trattamento e pompaggio delle condense sono interconnessi al quadro generale della sala con proprie linee autonome. L’aria di raffreddamento dei compressori è espulsa mediante un canale collegato con l’esterno del fabbricato. Lo stato attuale viene rappresentato fotograficamente nell’Allegato G_FotograficoLaMasa e nell’Allegato I_Fotografico LaMasa_CT2.
STATO DI FATTO. In uno studio preliminare elaborato dal Servizio Ristorazione sono stati mappati, per ogni città della Toscana, i poli universitari con le residenze e le mense universitarie presenti. La rappresentazione geografica della sede pisana mostra un sufficiente grado di copertura territoriale ma tale rappresentazione deve però tenere in considerazione la capacità produttiva delle mense di riferimento: la mensa Rosellini, indicata come la più vicina al Polo Piagge e la mensa Betti, distante poco più di 1 km, sono piccoli terminali di distribuzione che non possono far fronte alle esigenze espresse dai circa 13.000 iscritti presso i dipartimenti afferenti al polo medesimo. Di qui la necessità di attivare in prossimità dello stesso Polo il servizio Ristorazione. Con Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 57 del 23 settembre 2021 viene approvato l’accordo con l’Università degli Studi di Pisa avente per oggetto la concessione in comodato gratuito dei locali di proprietà dell'Ateneo destinati a bar/ristoro presso il Polo le Piagge e il Dipartimento di Economia e Management. Tale accordo rappresenta per l’Azienda una scelta coerente e necessaria alla luce del processo di riorganizzazione logistica dell’Università degli Studi di Pisa che, nel corso degli ultimi anni, ha condotto all’attivazione di nuove sedi di studio in sostituzione di quelle in origine ubicate nel centro cittadino e considerato che la gestione del servizio di ristorazione costituisce per l’Azienda, a norma di legge regionale istitutiva, specifica attività istituzionale, in quanto soggetto espressamente individuato quale titolato ad espletare detta funzione sul territorio regionale. A seguito della formalizzazione del suddetto accordo che si è da ultimo concretizzato nella consegna all'Azienda dei locali di cui trattasi, si rende necessario attivare idonea procedura di gara per l’affidamento in appalto del servizio di ristorazione e gestione dei locali destinati a bar/caffetteria.
STATO DI FATTO. Premesso che : La consistenza del parco macchine del comune di Afragola, è costituita da N° 47 automezzi costituiti da : auto; moto, scuolabus, autocarri, motocarri e furgoni. La maggior parte di essi sono di oltre dieci anni e, comunque, si presentano ancora in buone condizioni. Nell'ultimo anno il Comando di Polizia Municipale ha acquistato cinque auto di servizio, già indicate nell'elenco degli automezzi Comunali.
STATO DI FATTO. Premesso che l’ASL2 utilizza un considerevole parco di strumenti per endoscopia (videogastroscopi, videocolonscopi, videocistoscopi, videolaringoscopi, ecc.) sia di proprietà della stessa ASL2, che acquisiti attraverso locazione, si da atto che, alla data di redazione del presente documento, lo stato di fatto, ovvero:
1) la quantità e la tipologia delle apparecchiature per la disinfezione dello strumentario endoscopico;
2) la sede di allocazione fisica delle predette apparecchiature nei vari Presidi/Strutture dell’Azienda, sono determinati secondo le indicazioni della seguente TABELLA A. TABELLA A - STATO DI FATTO Presidio Struttura / Ubicazione Produttore Modello S/N Titolo d'uso P=Proprietà ASL2 S/C= Service/Comodato OSPEDALE PIETRA L. Urologia - Amb. Cistoscopia Pad. 17 MEDIVATORS DSD 201 649904-002 P OSPEDALE PIETRA L. Endoscopia Digestiva Pad. Negri PT OLYMPUS ETD 3 BASIC PAA 11131348 P OSPEDALE PIETRA L. Endoscopia Digestiva Pad. Negri PT OLYMPUS ETD 3 BASIC PAA 10131214 P OSPEDALE PIETRA L. Endoscopia Digestiva Pad. Negri PT IMS ISA B 0036 S/C OSPEDALE SAVONA Urologia - Amb. Cistoscopia CISA ERS2 23263 S/C OSPEDALE SAVONA Endoscopia Digestiva STERIS SYSTEM 1 11167 P OSPEDALE SAVONA Endoscopia Digestiva STERIS SYSTEM 1 11323 P OSPEDALE SAVONA Endoscopia Digestiva STERIS SYSTEM 1 20005 S/C OSPEDALE SAVONA Endoscopia Digestiva STERIS SYSTEM 1 20445 S/C
STATO DI FATTO. L'Azienda gestisce il servizio ristorazione destinato all'utenza studentesca sia attraverso mense gestite direttamente che attraverso un gestione esternalizzata mediante contratti di appalto con operatori economici qualificati per il settore di riferimento e convenzioni con altri enti pubblici che operano nei territori di riferimento. La gestione diretta del servizio ristorazione comporta, tra le varie prestazioni che devono essere acquisite al fine di assicurarne il regolare funzionamento, anche quella di manutenzione ordinaria e straordinaria dei macchinari, attrezzature ed arredi installati presso le strutture dislocate sul territorio regionale. Al momento l'attività in esame è affidata agli operatori economici affidatari del contratto di appalto di gestione integrata dei lavori di manutenzione ordinaria degli immobili dell'Azienda, articolato in tre lotti territoriali (Firenze, Pisa e Siena). I suddetti contratti sono in regime di proroga tecnica in attesa del perfezionamento dell'adesione all'Accordo quadro per la gestione manutentiva degli immobili, aggiudicato dal Soggetto Aggregatore Regionale (Giunta Regionale), al quale l'Azienda è obbligata ad aderire in ragione della sua natura di ente strumentale di Regione Toscana. Poiché tra le prestazioni che costituiscono l'oggetto del citato Accordo quadro regionale non è contemplata l'attività manutentiva per le macchine e attrezzature da cucina, accertata la mancanza di altri strumenti contrattuali messi a disposizione dalle altre centrali di committenza, si rende necessario per l'Azienda provvedere in autonomia ad acquisire la prestazione di cui trattasi, mediante specifica procedura di gara.
STATO DI FATTO. L’immobile oggetto di intervento, sito in Via Bianchi, si presenta come un manufatto composto da un unico corpo di fabbrica, all’interno di un lotto pressoché triangolare, facente parte di una serie di immobili dell’Istituto Zooprofilattico. L’Immobile in oggetto è suddiviso internamente in due funzioni, una “pulita” e una “Infetta” nella quale sono presenti laboratori, uffici e vani tecnici. Gli accessi allo stabile sono due, uno per la zona infetta a Sud e uno a Sud-Est per la zona infetta oggetto d’intervento e per le zone pulite ai piani superiori. L’attuale area in oggetto di intervento, recante livello di biosicurezza BSL3 è ubicato parzialmente al piano terra, primo piano e piano secondo della suddetta sede. All’interno delle aree di interesse sono presenti: Piano Interrato, zona adibita agli impianti meccanici e aeraulici; altezza locali h. 3.25 e una superficie di 264.99 m2 (per una cubatura di 861,21 m3); Piano Terra sono ubicati gli spogliatoi con le relative docce, 3 laboratori e uno studio; altezza dei locali
h. 3.80 e una superficie di 246,05 m2 (per una cubatura di 934,99 m3);
STATO DI FATTO. Come ampiamente descritto nei capitoli precedenti il sito è nello stato di totale incuria, frutto di anni di vandalismi e depredamenti che hanno coinvolti praticamente tutte le parti accessibili dell’area. Laddove non è stato più possibile sottrarre beni perché assenti sono stati compiuti atti di vandalismo che si sono protratti per anni, creando lo sfacelo cui ci si è ritrovati e ben rappresentato dalle foto riportate nei capitoli precedenti. Nell’immobile principale inoltre risulta problematica anche la presenza di centinaia di volatili che si sono insediati nell’area creando un “tappeto” di guano, che rende praticamente impossibile la permanenza di persone all’interno a causa dell’aria irrespirabile. A livello di materiali abbandonati e rifiuti la situazione non è grave, in quanto in superficie non sono presenti rifiuti particolarmente pericolosi o che richiedano particolari trattamenti per essere smaltiti. Il vero problema è l’inquinamento del sottosuolo, per il quale si rimanda ai capitoli successivi. Per quanto riguarda le opere strutturali occorre far presente che si tratta di edifici, ad esclusione dell’ultimo ampliamento del 1998, realizzati oltre 40 anni fa. Ciò significa che sono state dimensionate con i criteri dell’epoca, senza tenere conto dei problemi relativi alla sismica: ad una prima indagine visiva si evince di come gli elementi prefabbricati siano concepiti in semplice “appoggio” fra di loro, senza adeguati vincoli trave-pilastro che, nel caso di evento sismico, scongiurano il crollo degli elementi di copertura. Anche dal punto di vista energetico l’edificio non risulta coibentato in maniera adeguata; oltre alle prescrizioni di carattere normativo è ormai indispensabile infatti tenere conto di questo aspetto importante degli edifici, soprattutto nel caso di insediamento di nuova attività.
STATO DI FATTO. L’Analisi dello Stato di fatto allegata al presente Regolamento rappresenta, con riferimento alla localizzazione delle Infrastrutture esistenti riportate nelle planimetrie, un elaborato integrativo delle stesse nel quale sono descritte le principali caratteristiche compositive e costruttive delle Infrastrutture. Di conseguenza, tale elaborato rappresenta un documento “dinamico” che illustra l’evoluzione del “riconoscimento formale” delle stesse Infrastrutture.