Discussione. La discussione è diretta dal presidente; espongono le loro ragioni prima il ricorrente e poi il rappresentante della CPC. Sono ammesse la replica e la duplica.
Discussione. Con riferimento all’Azienda Sanitaria Universitaria Xxxxxxxx Xxxxxxxx (ASUGI) si può affermare che numero degli esercenti delle professioni sanitarie relativamente ad alcuni profili professionali sono stati potenziati nel periodo 2019- 2023 a discapito di altri. L’operatore tecnico legato all’assistenza (OTA) è una figura professionale in esaurimento che non è stata rinnovata dopo i pensionamenti. Il numero dei fisioterapisti ha avuto un incremento nel 2019 e poi è rimasto pressoché costante, anche se in leggera diminuzione. I numeri di OSS, infermieri e dirigenti medici è in progressivo aumento: in tutte queste categorie professionali rileviamo un andamento positivo nel periodo analizzato. Per quanto riguarda la dirigenza sanitaria non medica, si nota un decremento delle posizioni, che su un numero complessivo di posti pari a 12 dal 2019 al 2022, al 2023 si annoverano 10 posti totali a seguito anche di una riorganizzazione aziendale. Non sono molte le posizioni cancellate in valore assoluto, ma considerato il fatto che i posti disponibili sono numericamente limitati (12) , ne sono stati eliminati quasi il 20%. Questo dato sottolinea come in un’ottica di valorizzazione delle professioni sanitarie a livello nazionale, in questa Azienda ne viene ridotta, al momento, la rappresentatività dal 2023 in poi. Inoltre, sebbene non sia possibile conoscere nel dettaglio la natura della carica ricoperta da questi dirigenti, attualmente, non sono ancora stati formalizzati i concorsi per le direzioni delle professioni sanitarie riabilitative. I dati dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) sono analizzabili limitatamente al periodo 2019-2022 per una modifica di pubblicazione dei numeri relativi al personale in servizio in Azienda nel bilancio consuntivo dell’anno 2023. Si può notare un andamento globalmente in aumento per quanto concerne le professioni di: fisioterapista, dirigente medico ed operatore socio sanitario. Possiamo confermare come per l’ASUGI una progressiva diminuzione del numero degli operatori tecnici legato all’assistenza (OTA). Un’ importante rilevazione, ai fini del presente elaborato, è la diminuzione del numero degli infermieri dall’anno 2020 al 2023 con una differenza di ben 196 unità. Per quanto riguarda i dirigenti delle professioni sanitarie è emerso che nell’anno 2019 vi erano 0 unità e che nel 2020 sono state ampliate a 12 (anche per fronteggiare l’emergenza pandemica Covid-19). Nel 2021 e 2022 le posizioni risultanti sono 2...
Discussione. L'uso del tessuto adiposo come fonte abbondante e accessibile di cellule stromali multipotenti per la medicina rigenerativa è stato documentato a partire dalla fine degli anni '60. Numerosi laboratori indipendenti hanno stabilito che cellule stromali simili a quelle identificate nel midollo osseo potessero essere isolate in modo riproducibile dal tessuto adiposo resecato come tessuto intero o aspirato mediante liposuzione tumescente. Un trattamento chirurgico limitato nelle fistole perianali complesse spesso causa nuove recidive, mentre vi è un alto rischio di incontinenza fecale se viene eseguito un trattamento chirurgico esteso. L'uso di cellule staminali per il trattamento di fistole complesse è una promettente area di ricerca, poiché il loro utilizzo può facilitare la rigenerazione tissutale e la guarigione grazie agli effetti antinfiammatori e immunomodulatori delle stesse. Attualmente la varietà di procedure proposte nel trattamento delle fistole anali ne testimonia la difficoltà di cura in relazione alla variabile complessità delle stesse. Queste come abbiamo visto sono dichiarate malattia orfana dall’European Medicine Agency. Le fistole recidive sono notoriamente una sfida per il chirurgo e ripetuti tentativi di cura sono in questa malattia la regola piuttosto che l’eccezione. La recidiva nelle fistole è sovente causata dalla presenza di un’infezione non trattata e l’identificazione di queste resta arduo nello studio pre-operatorio dei pazienti. Per migliorare i tassi di guarigione è fondamentale la selezione dei pazienti nonché un adeguato controllo della sepsi e l'identificazione delle estensioni secondarie con bonifiche preliminari. Non da ultimo, fistole croniche possono causare l’insorgenza di neoplasie, prevalentemente di carcinomi anali epiteliali, dovuti all’irritazione data dall’infezione persistente. (79) A differenza delle fistole su Morbo di Crohn per cui negli anni sono stati proposti diversi trattamenti medici(Infliximab, Adalimumab), per le fistole criptoghiandolari l’unico trattamento disponibile è la chirurgia. (79) Prestigiose società scientifiche hanno identificato come obiettivi del trattamento delle fistole anali: la riduzione dei sintomi, la prevenzione delle recidive, la preservazione dell’integrità degli sfinteri e quindi della continenza. (79) Nel trattamento delle fistole perianali complesse, le moderne tecniche “sphincter saving” giocano un ruolo fondamentale sebbene queste offrano tassi variabili di guarigione. Le fistol...
Discussione. Oltre alla comunicazione, una tipologia di intervento risultata efficace per la lotta al tabagismo è quella delle restrizioni sul fumo negli ambienti di lavoro, azione for- temente raccomandata secondo i criteri della U.S. Task Force on Community Preventive Services (Xxxxxxx, 2001). Esse agiscono direttamente sulla riduzione del fumo passivo (Xxxxxx, 1989; Xxxxxxxx, 1990) e indirettamen- te sull’abbassamento del numero dei dipen- denti fumatori e sulla diminuzione del consu- mo giornaliero di sigarette. È stato stimato che la creazione di un luogo di lavoro libero dal fumo porta ad una riduzione della prevalenza del numero di fumatori occu- pati in quella organizzazione del 3,8% (2,8-4,7 IC 95%) e a una significativa riduzione del numero di sigarette consumate (Xxxxxxxxxxx, Xxxxxx, 2002). Le strategie più efficaci sono risultate quelle attuate con approcci diversi (comunicazione delle restrizioni, coinvolgi- mento attivo dei dipendenti nel progetto, offerta di servizi per aiutare a smettere di fumare) allo scopo di implementare politi- che di divieto nelle istituzioni. La Regione ha accolto le ultime normative (art. 51, L. 3, 2003) in materia di divieto di fumo nei locali aperti al pubblico come occa- sione per realizzare una policy aziendale anti- fumo con il progetto “Uffici regionali libe- ri dal fumo”. Tale iniziativa prevede infatti un’azione di sensibilizzazione dei dipendenti e l’offerta di percorsi agevolati a corsi di dis- assuefazione prima dell’applicazione del divieto. In altri termini l’azione sanzionato- ria è preceduta da una educativa e di condi- visione del problema. Il programma realiz- zato è in linea con alcune raccomandazioni derivanti dalla letteratura come ad esempio la comunicazione del divieto e il suggeri- mento a smettere tramite più canali (non solo poster o brochure) e l’accesso agevolato ai Centri Antifumo (Serra, 2000). Quest’ultimo provvedimento è particolar- mente efficace in quanto collega una richie- sta a smettere di fumare con l’offerta di strategie efficaci per la disassuefazione. Un ulteriore proposito del progetto è quello di fare in modo che il progetto costituisca un esempio di ambiente di lavoro libero dal fumo per le altre organizzazioni, ma non è esplicitata una strategia per diffondere effettivamente il modello attuato nei xxxxxx xxxxx Xxxxxxx xxxxxx xx xxxxx xxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxx. Anche nelle Aziende Sanitarie stanno aumen- tando i progetti che prevedono di accompa- gnare i divieti con l’offerta di corsi p...
Discussione questa abitudine da un medico (Fiore, 1990) e che un solo invito, strutturato e chiaro, della durata di soli 5 minuti, può essere sufficiente per ottenere tassi di successo del 3-7 % (Segnan, 1991). Xxxxxxxx che in un anno il 70% della popolazione piemontese sia raggiun- ta dal proprio MMG, e stimando quindi possi- bile che il 70% dei fumatori riceva almeno un intervento di counselling breve, con un tasso di successo del 3%, smetterebbero di fumare 16.174 fumatori piemontesi, ossia 2 fumatori su 100. In questo senso appare dunque impor- tante sostenere e monitorare lo sforzo di for- mazione dei MMG attuato dalla Regione Piemonte e dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale affinché un numero sempre maggiore di medici di base sia coinvol- to, con le competenze necessarie, nella lotta al tabagismo. Al fine di far fronte alla mancanza di integra- zione tra i servizi impegnati nella lotta al taba- gismo ed alla loro distribuzione disomogenea sul territorio piemontese, è necessario creare un coordinamento a livello regionale e impostare un “disegno” unico, al quale coloro che si occupano di disassuefazione dal fumo di tabacco possano fare riferimento, rispondendo alle esigenze dell’utenza in maniera adeguata e secondo le indicazioni della letteratura internazionale. La ricerca ha infatti mostrato come le ASL che in assoluto hanno organizzato più corsi e avuto più partecipanti sono quelle che aderiscono anche al progetto “Ospedali liberi dal fumo” della rete HPH, a riconferma del fatto che poli- tiche e attività organizzate ed integrate riesco- no a raggiungere e a dare risposta ad un mag- gior numero di utenti. Allo stesso modo potrebbe essere utile, per il raggiungimento di questo obiettivo di integra- zione e coordinamento, sostenere e incentivare le collaborazioni, in parte già presenti, fra ASL, LILT, istituzioni pubbliche, enti e asso- ciazioni impegnate sul territorio piemontese.
Discussione. 4.2.1. Analisi riguardanti la causa diretta dell’incidente
4.2.2. Analisi riguardanti le cause indirette dell’incidente
Discussione. Mi sembra interessante rovesciare l’affronto della problematica dell’idoneità psicofisica al lavoro a partire dalla positività del lavoro, inteso come realtà intrinsecamente utile per il benessere complessivo dell’uomo, non solo dal punto di vista economico-sociale, ma anche, in molti casi, specificatamente dal punto di vista della salute psicofisica. Il concetto epidemiologico di healthy worker effect (effetto lavoratore sano) mette in luce come nelle popolazioni lavorative, oltre al meccanismo di espulsione dei soggetti portatori di patologie, esistano anche effetti specificamente positivi sulla salute prodotti dal fatto di lavorare: - maggiori risorse economiche; - incentivazioni ad una crescita sociale e culturale; - relazioni interpersonalI che inducono ad un dialogo e ad un confronto, - finalizzazione del tempo e delle energie; - inserimento in programmi e sistemi di controllo e promozione della salute; - partecipazione a momenti di educazione e di informazione igienico-sanitaria; L’obiettivo primario del medico (ed in particolare del medico del lavoro) dovrebbe essere il mantenimento o il recupero della piena espressione delle potenzialità, anche professionali, del paziente, non la loro riduzione. Anche quando l’intervento del Medico del Lavoro comporta un cambiamento dell’organizzazione del lavoro, una modificazione del contesto lavorativo, lo scopo principale è quello di consentire il recupero più ampio possibile della capacità lavorativa (realizzando così un vero diritto al lavoro). Non si intende con ciò ribaltare lo slogan (un pò sessantottino e superficialmente distruttivo) che …lavorare fa male alla salute…, nell’affermazione opposta (altrettanto superficiale), quanto riconoscere una radicale positività dell’operare, del poter fare, anche quando ciò avviene in situazioni personali di difficoltà (per problemi di salute, di affaticamento, di motivazione o altro). Del resto questo atteggiamento è quello che di solito predomina in occasione delle visite di assunzione, quando ogni medico percepisce con maggior evidenza l’importanza che il soggetto possa lavorare e l’esigenza di ridurre all’essenziale le eventuali limitazioni necessarie per proteggere la salute. Da un altro punto di vista basta pensare alla percezione di privazione di un bene che comunemente si verifica quando si perde il lavoro.
Discussione. Pausa Pranzo
Discussione. L’aumento annuale della proporzione di ricoveri per infezione periprotesica evidenzia l’importanza di migliorare le strategie di prevenzione, complicanza che comportano lunghi tempi di trattamento. Per fare ciò è necessaria un’adeguata conoscenza del fenomeno. Una quantificazione del numero delle infezioni periprotesiche è necessaria per stabilire il trend, individuare soglie di riferimento, impostare programmi di prevenzione. M. Barchitta 1, L. Sessa 1, L.K. Nicolosi 1, G. Paladino 1, G. Murolo 2, A. Agodi 1 1Department of Medical and Surgical Sciences and Advanced Technologies “GF Ingrassia”, University of Catania, Catania, Italy, 2Regional Health Authority, Sicilian Region, Italy Rational use of antibiotics is a priority in the fight against antimicrobial resistance (AMR). The surveillance of antibiotic use is one of the action of the Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR, 2017-2020) of the Italian Ministry of Health. In the framework of the Regional Action Plan on healthcare- associated infections and AMR prevention, the Sicilian Health Authority has implemented a surveillance system of antibiotic consumption in the hospital sector and in the community in order to report trends on antibiotic consumption over time and to allow a better assessment of the impact of programs to minimize antibiotic misuse and AMR burden. The present study reports results obtained in the three-year period from 2015 to 2017. From 2015 to 2017, antibiotics consumption data in the hospital sector were obtained by pharmacies of participating hospitals, using a web-based system. Antibiotic consumption data for the community were obtained by the Sicilian Health Authority (Service 7). The results have been calculated for classes of antibiotics, using the WHO ATC Classification System. Antibiotic consumption, in the hospital sector, were expressed as Defined Daily Dose (DDD) per 100 patient-days or per 100 discharges; consumption in the community, as DDD per 1000 inhabitants per day.
Discussione. Durante la discussione possono essere sollevate mozioni di sospensione per ottenere rinvii su singoli argomenti e mozioni d’ordine per ricondurre la discussione sugli argomenti da esaminare. La discussione di ogni punto all’ordine del giorno è aperta da una relazione del Presidente o da un docente. La discussione dovrebbe aprirsi per ogni argomento da esaminare secondo un dispositivo che riassuma e faciliti la deliberazione. Il Presidente, prima di aprire la discussione, stabilisce la durata massima di ogni intervento e la durata complessiva della discussione su quel determinato punto all’ordine del giorno. Ogni docente può intervenire al massimo due volte sullo stesso punto all’ordine del giorno del giorno. Il Presidente dichiara chiusa la discussione quando sono esauriti gli interventi o il tempo assegnato alla discussione. Esauriti i punti all’ordine del giorno o il tempo fissato per la riunione, il Presidente scioglie la seduta e rinvia gli altri punti previsti all’O.d.G. ad altra seduta.