PREFAZIONE. Oggetto di analisi è il contratto di cessione a titolo oneroso di partecipazioni sociali, con particolare riferimento alle cautele pattizie utili alla ripartizione del rischio economico, connesso alla possibile divergenza tra valore dell’azienda e prezzo convenuto. Non è escluso che, con opportuni adattamenti, le osservazioni che condurremo possano attagliarsi anche ad altri strumenti di acquisizione di imprese, quali conferimenti di aziende, permute di partecipazioni, fusioni, scissioni, ed in generale ipotesi di cessione di beni aventi quale corrispettivo il trasferimento di partecipazioni sociali, nonché al recente istituto del patto di famiglia. Abbiamo tuttavia circoscritto l’indagine al diffuso contratto di acquisizione o sale and purchase agreement, strumento negoziale al quale le parti ricorrono per ottenere, mediante il formale trasferimento delle partecipazioni sociali di una società operativa, anche il “passaggio” dei beni costituenti il patrimonio aziendale della società medesima. Laddove si consideri, infatti, che non solo l’esercizio di attività economiche ma anche la gestione di patrimoni privati avviene sotto la veste societaria, è di tutta evidenza come il mutamento di gestione delle imprese sia spesso conseguenza del trasferimento delle partecipazioni sociali. Dopo un inquadramento generale, concentreremo l’attenzione sulla problematica dell’allocazione del rischio economico insito in tale genere di contrattazione, ossia l’eventuale e possibile discrepanza tra valore del patrimonio aziendale e corrispettivo pattuito per la cessione delle partecipazioni sociali, al fine di distribuire tra le parti il danno che potrebbe prodursi qualora l’errore impedisse la realizzazione degli interessi di entrambe. Si tratterà, in altri termini, di analizzare se, contrariamente alla irrilevanza giuridica della equivalenza di valore tra le prestazioni dei contratti commutativi, possano avere rilevanza parametri di determinazione del corrispettivo della cessione, estranei all’oggetto immediato del trasferimento. Il contratto in argomento ha subìto una notevole evoluzione quanto alle modalità di negoziazione ed alle tecniche di stesura e formulazione, senza mancare di recepire le prassi della lex mercatoria e la tradizione anglosassone e statunitense. E’ noto come la cessione a titolo oneroso di partecipazioni sociali – generalmente di società di capitali – sia disciplinata dalle norme in tema di vendita nonché dalle regole peculiari per il trasferimento del...
PREFAZIONE. L’idea del “prontuario per la liquidazione degli onorari ai difensori dei cittadini non abbienti ammessi al patrocinio a spese dello Stato, ai difensori d’ufficio e di persona irreperibile” adottato dal Tribunale di Modena, nasce da un articolo di Xxxxxxxx Xxxxxxx, pubblicato nel 2005 sulla rivista “Cassazione Penale”1. L’autore riferisce di una “circolare” del Presidente del Tribunale di Roma, emanata a seguito di segnalazioni dei legali sulle difficoltà incontrate nel predisporre le istanze di liquidazione a causa dei diversi orientamenti assunti dai giudici. Xxxxxxx non manca di mettere in luce come la “circolare” sia “a tutti gli effetti un documento giudiziario”: gli avvocati dissenzienti avrebbero dovuto percorrere la strada del ricorso; le decisioni d’accoglimento di tali ricorsi (soprattutto quelle di legittimità), avrebbero nel tempo determinato l’aggiornamento del “prontuario”. A Modena, invece, ufficio giudiziario di più ridotte dimensioni, si è scelto di seguire il metodo del dialogo e del confronto con la classe forense e con il personale amministrativo, in modo da pervenire a procedure condivise, uniformi e tempestive che scongiurassero il contenzioso e assicurassero l’immediata definitività del provvedimento di liquidazione. Constatato che la norma regolatrice, d.P.R. 30.5.2002, n.115, aveva dato luogo a gravi incertezze interpretative e aveva generato confusione e trattamenti diseguali, si è presa come schema di partenza la “circolare” del Presidente del Tribunale di Roma e, nel corso di alcune riunioni, si sono valutate le esperienze di tutti i giudici della Sezione penale, le decisioni della giurisprudenza di legittimità, quelle assunte in sede di riesame dei decreti di liquidazione e le prassi in uso presso alcuni uffici giudiziari limitrofi.
PREFAZIONE. C’è una vicenda tutta italiana che merita particolare attenzio- ne almeno tra quanti sono sinceramente preoccupati per il futuro e le prospettive occupazionali dei giovani. La vicenda – ora pun- tualmente ricostruita e analizzata da Xxxxxx Xxxx, in questo pre- zioso volume – è quella del contratto di apprendistato, una tipo- logia contrattuale che ben può aiutarci a comprendere molti degli equivoci che viziano l’attuale dibattito sul precariato, così come alcune delle ragioni più profonde della bassa produttività e quali- tà del lavoro nel nostro Paese. Vale a dire l’insufficiente investi- mento in formazione e capitale umano. L’apprendistato è un contratto storico che richiama, nell’immaginario collettivo, la figura del garzone della bottega artigiana. In tempi relativamente recenti la legge Biagi ha tuttavia inteso rilanciarlo, invero con poco successo, in tutti i settori pro- duttivi alla stregua di una vera e propria leva di placement per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. L’obiettivo era quello di farne il canale privilegiato – e in taluni casi addirittura esclusivo – di ingresso dei giovani, anche laureati, nel mercato del lavoro, nell’ottica di un rinnovato e più moderno raccordo tra l’impresa, il mondo delle professioni e il sistema educativo di i- struzione e formazione compresa l’alta formazione universitaria. Gli addetti ai lavori bene conoscono gli incentivi e le enormi potenzialità, ma anche gli attuali limiti di uno strumento penaliz- zato da una legislazione regionale lacunosa e a macchia di leo- pardo. Nonostante la legge Biagi sia in vigore da oltre sette anni, le Regioni che registrano i più alti tassi di disoccupazione giova- nile e dispersione scolastica non lo hanno neppure attivato o, se lo hanno fatto, hanno adottato una normativa poco duttile e per nulla gradita al sistema delle imprese. Ma anche alcune Regioni del XII PREFAZIONE nord, che faticano a soddisfare i fabbisogni professionali delle imprese e le sempre più pressanti esigenze di manodopera quali- ficata, sono rimaste sostanzialmente al palo. Per non parlare dell’apprendistato per il diritto-dovere di istruzione e formazione – completamente inoperativo in tutte le Regioni (eccetto Bolzano) – e alle modeste sperimentazioni dell’apprendistato di alta forma- zione che conta numeri davvero irrisori rispetto alle sue enormi potenzialità nell’ottica della auspicata integrazione tra sistema educativo di istruzione e formazione e mondo del lavoro. I numeri dell’appren...
PREFAZIONE. Il contratto di rete, e più ancora la codatorialità, intesa come possibilità di simultanea riconduzione di un rapporto di lavoro a più datori di lavoro, re- sta, per molti versi, un enigma tutto italiano. Noncurante delle conclusioni cui era giunta la giurisprudenza più autore- vole che aveva affermato la necessaria unicità ex latere creditoris del rapporto di lavoro, il legislatore ha agevolato le imprese che sottoscrivono un contrat- to di rete garantendo loro una più vantaggiosa disciplina del distacco e la possibilità di costituire rapporti di lavoro caratterizzati dalla codatorialità dei dipendenti “ingaggiati con regole stabilite attraverso il contratto di rete stes- so”. Senonché, come rileva Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx, i problemi sorgono tutti dal fatto che la codatorialità fa sì ingresso nell’ordinamento italiano, “ma la legge nomina l’istituto senza tipizzarlo e senza descriverne caratteristiche e con- torni, lasciando la regolamentazione al contratto di rete, con tutti i problemi che ne derivano in tema di ripartizione dei poteri e di individuazione e tutela dei diritti”. Fatto è che, nello spazio di pochi anni e a ragione dell’incompletezza del- la disciplina legislativa, si è aperto un articolato e approfondito dibattito che ha finito per assumere una posizione “centrale” nella prospettiva culturale della materia giuslavoristica. Ed è questa la ragione per cui il tentativo di Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx di trarre le conclusioni di quel dibattito aiuta anche a comprendere dove sta andando il diritto del lavoro. Come puntualmente è stato ricostruito da Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx, le voci che hanno alimentato quel dibattito hanno avuto toni ed intensità diversi. Tuttavia, dovendo semplificare, l’impressione è che, per quanto multiformi, sfaccettate o sfumate, le diverse posizioni della dottrina possono, ancora una volta, essere coagulate attorno ai due partiti storici che, regolarmente e scon- tata una qualche circolazione dei protagonisti, si fronteggiano ogni volta che si tratti di valutare novità normative, specialmente quelle più destrutturaliz- zanti. Da un lato, coloro che ritengono di assecondare fino in fondo la tendenza innovativa che ha caratterizzato l’intenzione del legislatore non evitando, a X Il rapporto di lavoro nell’impresa multidatoriale volte, di proporre soluzioni eversive. Dall’altro, le interpretazioni riduzioni- ste o normalizzatrici. Solo che, nel caso della codatorialità ex lege, è impossibile negare cittadi- nanza all’una o all’altra dell...
PREFAZIONE di Xxxxxxxx Xxxxxxxxxxx
PREFAZIONE. Le aggregazioni in rete sono un patrimonio proprio delle imprese italiane, che da tempo attuano diverse forme di collaborazione ed integrazione tra di loro. Per rispondere alla crisi economica ed alle nuove sfide dettate dall’economia glo- bale, le imprese hanno oggi in molti casi bisogno di una forma di aggregazione più flessibile ed innovativa rispetto a quelle tradizionali, in grado di aumentarne la capacità competitiva senza però costringerle a rinunciare alla propria autonomia. Il “Contratto di rete” risponde a queste esigenze. La presente pubblicazione vuole contribuire ad avvicinare le imprese a questo nuovo strumento di aggregazione, descrivendone le caratteristiche principali, le sue modalità di applicazione ed i suoi vantaggi. La pubblicazione si rivolge a quelle imprese che intendono valutare l’opportunità di realizzare un contratto di rete in funzione dei propri obiettivi strategici e dei programmi di sviluppo condivisi con altre imprese.
PREFAZIONE. La posa in opera rappresenta uno degli aspetti più sentiti dagli operatori del settore dei serramenti ed in particolare dai produttori di finestre. Le verifiche sui cantieri evidenzia- no che la maggior parte delle anomalie funzionali, oggetto di contestazioni, sono da imputare a problemi derivanti dai sistemi di posa in opera, a causa del degrado funzionale del collegamento tra il vano murario e l’infisso. E’ quindi fondamentale adottare sistemi di installazione che, dal punto di vista progettuale e costruttivo, possano garantire le prestazioni del serramento posato per quanto riguarda l’integrità della realizzazione, la sicurezza ed il benessere dell’utente. Nel presente manuale vengono illustrate le metodologie e le caratteristiche dei materiali da utilizzare per una corretta installazione del serramento; gli esempi pratici delle opera- zioni da effettuare in cantiere, semplificate con le sequenze fotografiche, danno concretezza agli argomenti trattati. La normativa italiana e comunitaria, che definisce le respon- sabilità dei partecipanti al processo di posa del serramento, viene riportata nel relativo capitolo di questo manuale con i riferimenti necessari per la definizione degli obblighi a cui ognuno deve rispondere. Il documento è completato con la descrizione delle opera- zioni da effettuare in cantiere sui materiali per la posa e sui serramenti stessi, allo scopo di garantire il massimo livello qualitativo del risultato finale.
PREFAZIONE. L’anno 2008 addì 4 aprile in Roma tra la Federazione Italiana Editori Giornali, rappresentata dal Presidente Xxxxx Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, l’Associazione Stampatori Italiana Giornali, rappresentata dal Presidente Xxxxx Xxxxxxxx, con l’intervento del Sig. Xxxxxxx Xxxxxx, capo della delegazione degli editori e dei Signori: Xxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxx Xx Xxxx, Xxxxxxxxx Xx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxx, Xxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxxxxxxx Xxxxx. Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxxxx Xxxxxx, Xxxx Xxxxxxx, assistiti dai Signori Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx e Xxxxxxxx Xxxxx de Scisciolo. Il Sindacato Lavoratori Comunicazione in persona del suo Segretario Generale Xxxxxx Xxxxxxx e dei Segretari Nazionali Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx Di Xxxxxxxx, con l’intervento del Comitato Nazionale del Settore e dei rappresentanti di Milano, Roma, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, Trieste, Palermo, Bari Livorno, Bolzano, Trento, Udine, Parma, Perugia, Modena, Pescara, Catania, Bergamo, Brescia, Como, Messina, Cagliari Sassari, e Varese, La Federazione Informazione Spettacolo Telecomunicazioni in persona del suo Segretario Generale Xxxxxx Xxxxxxxxxx, dei Segretari Nazionali Xxxxxxx Xxxxxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxxxx Xx Xxxx con l’intervento del Comitato Nazionale del Settore e dei rappresentanti di Milano, Roma, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, Trieste, Palermo, Bari, Livorno, Bolzano, Trento, Udine, Parma, Catania, Bergamo, Brescia, Como, Messina, Cagliari, Perugia, Modena, Pescara, Sassari e Varese; La Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione in persona del suo Segretario Generale Xxxxx Xx Xxxx e dei Segretari Nazionali Xxxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxx Xxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxxx, con l’intervento del Comitato Nazionale del Settore e dei rappresentanti di Milano, Roma, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, Trieste, Palermo, Bari, Livorno, Bolzano, Trento, Udine, Parma, Perugia, Pescara, Catania, Bergamo, Brescia, Como, Messina, Caglia...
PREFAZIONE. Il presente allegato specifica le misure di sicurezza tecniche e organizzative implementate da SIA volte a proteggere i dati personali dalla distruzione accidentale o illecita, dalla perdita accidentale, dall'alterazione, dalla divulgazione o dall'accesso non autorizzati ai dati trasmessi, archiviati o altrimenti trattati, e contro tutte le ulteriori forme illecite di trattamento. Le misure di sicurezza sono state selezionate utilizzando un approccio basato sul rischio dal punto di vista della sicurezza e della protezione dei dati, tenuto conto degli standard e delle leggi applicabili. SIA, per le attività di propria competenza, mantiene, monitora e aggiorna regolarmente la conformità alle predette misure in base alle disposizioni delle norme ISO / IEC 27001, ISO/IEC 22301 e, ove applicabile, lo standard PCI-DSS; inoltre, saranno conseguite certificazioni e condotti periodici audit di terze parti. Le misure tecniche e organizzative saranno mantenute durante il periodo dell'accordo e potranno essere riviste e aggiornate per adattarle ai cambiamenti avvenuti nel panorama normativo e delle minacce di sicurezza. In caso di variazioni, SIA si impegna a darne opportuna comunicazione a PagoPA, specificando entità ed impatti del cambiamento, nel caso in cui tali modifiche dovessero comportare una diminuzione del livello di protezione rispetto a quanto riportato all’interno del seguente allegato.
PREFAZIONE. L’eccesso di dettaglio normativo non è la più efficace tutela per i la- voratori. In particolare per le aziende piccole e medie, oltre il 92% del- l’imprenditoria privata del nostro Paese, il peso dell’eccesso normativo e regolatorio rappresenta un ostacolo pesante alla competitività. Nell’attività svolta da Confindustria sulle materie del lavoro e delle re- lazioni industriali, il nostro costante punto di riferimento è stato mi- gliorare la competitività delle imprese. E, lo sappiamo benissimo, non bastano solo nuove relazioni industriali. Servono riforme che, come ho avuto modo di ricordare più volte, devono riguardare la pubblica am- ministrazione, la ricerca, l’energia, l’istruzione, il credito, il fisco ed il lavoro, solo per citare i principali campi di intervento. Per ognuna di queste Confindustria ha anche tracciato - con il recente documento “Italia 2015. Le imprese per la modernizzazione del Paese” – l’agenda delle azioni da intraprendere perché il Paese possa tornare a crescere almeno al ritmo del 2% annuo. Si può fare, è un obiettivo alla nostra portata. Se solo la politica come gli attori sociali convergono su una logica di responsabilità invece che di scontro, di stabilità invece che di avventurismo. Per questo rilanciamo l’impegno di Confindustria per tradurre final- mente in scelte concrete efficienza, produttività, competitività, sem- plificazione, merito, liberalizzazione, occupabilità. E’ una sfida comune a tutte le altre Associazioni d’impresa, a tutte le confederazioni sinda- cali. Solo una maggiore produttività di sistema può dare origine a più salario ed a occupazione aggiuntiva. E tutto ciò può nascere prima e meglio se imprese e sindacati definiscono obiettivi e strumenti condi- visi, con particolare attenzione ai giovani ed alle donne, specie al Sud. La proposta di Confindustria rivolta a tutte le organizzazioni sindacali e datoriali è: diamoci l’obiettivo di una grande intesa per la crescita, da fare subito perché ne abbiamo la capacità e abbiamo gli strumenti.